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Sui muri del carcere Piazza Lanza (Ct).

18 Lug

“FRONTIER – La linea dello stile.” E così, Bologna si anima e si ripopola di sogni e colori.

25 Giu

“FRONTIER – La linea dello stile” è il progetto con cui il Comune di Bologna, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, intende valorizzare il Writing e la Street Art, avviando una riflessione approfondita su due discipline riconosciute a livello internazionale come forme di espressione tra le più interessanti nel panorama dell’arte contemporanea.

Il progetto, curato da Claudio Musso e Fabiola Naldi, si collega idealmente e storicamente alla mostra “Arte di Frontiera. New York Graffiti”, organizzata nel 1984 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla quale parteciparono gli esponenti principali del graffitismo newyorkese, tra i quali artisti noti anche al grande pubblico come Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Kenny Scharf.

Attraverso Frontier, Bologna intende sottolineare e rilanciare il suo ruolo di centro di produzione e riflessione estetica su un fenomeno artistico che proprio nel capoluogo emiliano ha lasciato importanti testimonianze sia nell’ambito del Writing che della Street Art.

Strutturato come una piattaforma aperta e in evoluzione, Frontier è basato su due fasi operative complementari: una dedicata alla valorizzazione artistica del Writing e della Street Art attraverso la realizzazione di tredici opere murali di dimensione monumentale, e una dedicata all’approfondimento teorico e critico delle due discipline.

La fase di valorizzazione artistica prevede, nei mesi di giugno e luglio, la presenza di cinque artisti stranieri e otto italiani che lavoreranno alla creazione di opere site specific di grande portata architettonica e visiva. I muri individuati dai curatori come ideali per la realizzazione delle opere, caratterizzate da ampie dimensioni e un forte impatto visivo, appartengono prevalentemente ad alloggi di edilizia residenziale pubblica, gestiti da ACER – Azienda Casa Emilia-Romagna della Provincia di Bologna.

Gli artisti sono stati selezionati in quanto rappresentativi di componenti stilistiche innovative e fondamentali per l’evoluzione artistica all’interno di entrambi i movimenti, tagliando trasversalmente un arco storico che va dagli anni ’70 ad oggi: dall’esplosione del segno in 3D di Daim, Joys, Dado, all’importanza di un segno gestito attraverso un uso sapiente del colore e la padronanza della composizione come nel caso di Honet, Does, Hitnes, Eron, alla rinnovata presenza di una figurazione stilizzata scelta in funzione di precisi messaggi, come nel caso di M-City, Andreco, Cuoghi Corsello.

La scelta degli artisti, quindi, da un lato risponde alla volontà di dare spazio a differenti generazioni succedutesi nel tempo e alle relative trasformazioni stilistiche, dall’altro rappresenta il panorama internazionale, includendovi le principali eccellenze italiane.

Frontier si concluderà a gennaio 2013 con la fase dedicata alla riflessione critica e storica sui movimenti del Writing e della Street Art: un convegno internazionale ospitato da MAMbo – Museo di Arte Moderna di Bologna, i cui contributi confluiranno in una pubblicazione bilingue di carattere transdisciplinare edita da Damiani editore. Attraverso il confronto critico e la visione di architetti, artisti, operatori del settore, linguisti si intende dare nuova forma e letteratura a un contesto culturale complesso all’interno del quale sono inseriti i fenomeni trattati.

Oltre all’ospitalità del convegno, MAMbo partecipa al progetto con una proposta del Dipartimento Educativo dedicata a bambini e genitori residenti nei condomini dei quartieri coinvolti. Un’occasione per conoscere il museo, vivere un’esperienza creativa a contatto con le opere della Collezione e familiarizzare con i linguaggi e le pratiche del contemporaneo.

La prima fase del progetto avrà inizio il 18 giugno e continuerà nel mese di luglio: l’area metropolitana che si sviluppa lungo i Quartieri Navile, San Donato e San Vitale accoglierà gli artisti stranieri, ospitando cantieri a cielo aperto in continua evoluzione, che i cittadini potranno visitare liberamente.

Il 27 giugno e il 18 luglio Urban Center Bologna organizzerà un percorso di trekking urbano che toccherà i vari cantieri. Nel Quartiere Navile, su una delle facciate di via Marco Polo 21/3, lascerà una traccia del suo passaggio Phase II. Il suo nome è legato indissolubilmente alla storia del Writing: negli anni ’70 è stato tra i fondatori della disciplina e nel tempo le sue opere sono divenute fonte di studio per chiunque si volesse affacciare alla pratica della aerosol art. Le sue lettere intricate, le sue linee contorte rappresentano ancora oggi un punto di riferimento per le giovani generazioni.

Sulla facciata del parcheggio adiacente al nuovo palazzo del Comune di Bologna, in via Fioravanti, opererà Daim, artista tedesco della generazione successiva, che ha importato in Europa i codici del Writing, alimentando e sofisticando la tecnica e gli stili fino all’elaborazione di una maniera che oggi è tra le più apprezzate.

In via Franco Bolognese interverrà l’artista olandese Does, simbolo dell’attuale estensione del Writing, che uscendo da schemi rigidi fa della contaminazione stilistica un tratto rappresentativo, con influenze che vanno dal fumetto alla videogame culture.

La facciata del civico 18 di via del Lavoro nel Quartiere San Donato ospiterà Honet, noto artista parigino con all’attivo numerose opere murali in tutto il mondo e collaborazioni eccellenti (tra cui Lacoste, Prada, Louis Vuitton, Ateliers Ruby). A Honet va il merito di avere sempre ragionato nei termini paritetici di iconografia (pregna dei più svariati immaginari visivi) e di opera site specific, tanto da potere legittimamente parlare di arte pubblica a tutti gli effetti.

Una facciata di grandi dimensioni nel Quartiere San Vitale è affidata alle mani di M-City, artista polacco il cui tratto distintivo si trova nell’utilizzo dello stencil su ampie superfici murarie.

L’immaginario di M-City è fortemente influenzato dai simboli delle metropoli contemporanee: nelle sue opere, infatti, grandi complessi industriali si fondono all’iconografia del trasporto (treni, locomotive, navi), in un gioco di pieni e vuoti acuito dalla rappresentazione bidimensionale o assonometrica.

Il progetto Frontier è nato in base a una specifica volontà di operare nella città, con la città e per la città. Nella selezione degli artisti italiani viene dedicato un focus a Bologna e agli autori che sono nati o si sono formati nelle scuole o nell’Accademia cittadina.

Cuoghi Corsello, artisti riconosciuti a livello internazionale, sono stati precursori del Writing e della Street Art italiana, di cui hanno rappresentato fin dagli esordi un esempio solitario ed imitatissimo. La loro vicenda d’artisti è un vero e proprio paradigma esistenziale per l’intera scena underground italiana. Le loro opere sono popolate di personaggi di una saga poetica personalissima, dal forte contenuto magico e spirituale.

Rusty, tra i primi writer bolognesi, attraverso la sua produzione ha partecipato alla diffusione del Writing in città, importando gli stili di provenienza americana e nordeuropea e imponendo uno stile personale e riconoscibile.

Dado è il rappresentante di una fase in cui gli stili si mescolano tra loro, si fondono con elementi e caratteristiche tipiche della cultura mediterranea, sia in termini architettonici che pittorici, dando luogo ad una nuova frontiera del Writing che sconfina nella scultura, nel design, nell’installazione.

Testimoni eccellenti dell’evoluzione stilistica del Writing sul territorio italiano sono certamente Joys, Etnik e Eron.

Joys, padovano di origine, lega la sua ricerca ad uno studio quasi maniacale della geometria. Nei suoi lavori infatti c’è una costante ricerca della tridimensionalità ottenuta attraverso l’utilizzo di forme rigorose, di un perfetto controllo di luci e ombre.

La caratteristica principale dello stile di Etnik è ravvisabile nelle Città prospettiche, soggetto prediletto nei suoi dipinti murali che utilizzano l’architettura come forma simbolica; nelle sue produzioni gli agglomerati urbani vengono scomposti e rimontati sovrapponendo punti di vista opposti.

Eron, riminese di nascita, basa il suo stile su una figurazione realistica ottenuta attraverso l’utilizzo di straordinarie sfumature. Il controllo del segno che dimostra nelle sue opere murali e in quelle su tela contraddistingue il suo operato, rendendolo un’eccellenza.

Il panorama della Street Art, anche in Italia, è in continua evoluzione. Per questa fase del progetto Frontier si è scelto di invitare due artisti che rappresentano due specifici indirizzi: il ritorno ad una figurazione naturalistica che caratterizza i temi e la metodologia pittorica di Hitnes; il recupero di un disegno essenziale e il crogiolo di riferimenti alla simbologia ritualistica di Andreco.

“FRONTIER – La linea dello stile” è un progetto sostenuto e coordinato dal Comune di Bologna – Settore Sistema culturale e giovani, in collaborazione con il Settore Servizi per l’abitare e i quartieri Navile, Porto, San Donato, San Vitale.

Giovani writers all’opera. La stazione di Milano Cadorna li ospita e promuove.

15 Giu

«Divenire e futuro. L’Italia dei giovani, un paese in movimento».

È questo il titolo del concorso indetto da Wgart.it Writing & graffiti art rivolto a tutti i giovani writers, realizzato in collaborazione con Trenord con il sostegno di Regione Lombardia Infrastrutture. Il concorso è promosso con l’obiettivo di dare visibilità ai giovani artisti e di  sensibilizzare su una forma artistica che vive talvolta ai margini della legalità: un’occasione per porre al centro dell’attenzione pubblica l’arte urbana e il desiderio dei giovani di esprimersi in forme nuove, rivissute e ricreate negli spazi che essi abitano, in armonia con il tessuto urbano.

La partecipazione alla selezione è gratuita e vi possono accedere artisti e gruppi di artisti di età compresa tra i 16 e i 35 anni. I concorrenti avranno l’opportunità di realizzare disegni, murales e scritte ottenute con qualunque tecnica grafica, dimostrando la propria capacità tecnica e creativa; i bozzetti devono pervenire entro sabato 9 giugno. Gli aspiranti partecipanti possono scaricare il bando integrale dal sito http://www.wgart.it e  accedere a tutte le informazioni sull’iniziativa.

Il concorso prevede una competizione dal vivo, aperta al pubblico, tra i 20 concorrenti selezionati che si svolgerà sabato 16 giugno dalle 11 alle 20 presso la stazione  ferroviaria di Milano Cadorna. Le opere, che saranno realizzate lungo il muro del Binario 10, resteranno visibili per un intero anno e saranno valutate da una giuria che vedrà la partecipazione di street artists italiani. I 3 migliori classificati riceveranno premi che permetteranno loro di ottenere esperienze educative nel mondo dell’arte, ingressi a percorsi museali a Milano e un viaggio in una città d’arte.

Macao torna a farsi sentire. Con un flash-mob per le strade del centro.

11 Giu

Torna a farsi sentire il collettivo dei lavoratori dell’arte Macao, a due settimane dall’ultimo sgombero da palazzo Citterio.

Un’ apparizione lampo, il tempo di un flash-mob di fronte al Duomo, durante il quale i lavoratori dell’arte – strumenti alla mano – hanno improvvisato una jam-session che ha attirato la curiosità di molti turisti e milanesi.

E qualcuno di questi si è persino unito al coro musicale.

Schoolwear. Gli studenti dell’Accademia di Brera indossano…

8 Giu

Gli outfit (ragionati o meno) di alcuni miei compagni, e molti dettagli del loro stile.

Chi sceglie gli skinny colorati, chi gli anfibi, chi una collana o la stampa di una t-shirt…

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Erik Hassle. Il talento emerso dalle strade.

8 Giu

Erik Hassle, l’astro nascente della musica svedese (ed europea), ha dato inizio alla sua carriera proprio per le strade.
Suonando per i passanti, si è creato una nomea ed ha ottenuto i primi contratti discografici… meritati. Meritatissimi!

 

I londinesi durante il Queen’s Jubilee. Per le strade con la Union Jack.

6 Giu

Londra è sempre all’avanguardia, per quanto concerne la moda di strada. Ma lo è ancor di più, spesso, per il kitsch che contraddistingue i suoi abitanti, soprattutto quand’è in gioco l’amore per la loro Regina.

Per il Giubileo di quest’anno, che celebra 60 anni di regno elisabettiano, le strade dell’uggiosa metropoli sono state rallegrate da sfilate, manifestazioni popolari e quant’altro. I colori cardine? Rosso, bianco e blu, ovviamente. In tutte le salse.

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Artisti di strada. In piazza.

28 Mag

Dalla prima edizione del ‘97, è diventata una delle manifestazioni più importanti del settore programmate in Italia. Oltre 50 compagnie internazionali, per un totale di più di 200 artisti e 400 repliche di spettacolo, e migliaia di spettatori in arrivo da tutta Europa (circa 40.000 presenze ogni edizione), “Artisti in piazza” è diventato ormai una vetrina per i “buskers” (così chiamati gli artisti di strada) di tutto il mondo. Venti punti-spettacolo dislocati negli angoli più suggestivi del centro storico di Pennabili (paese medievale, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e patria elettiva del compianto maestro Tonino Guerra), dove, dal primo pomeriggio fino a tarda notte, si svolgono show di arte varia: teatro, musica di ogni genere, giocoleria, magia, cirque nouveau, danza, face painting, walking act…

http://www.artistiinpiazza.com/2012/

Plastic. La rinascita.

21 Mag

Il locale notturno di Madonna e Andy Warhol prende casa in zona Ripamonti. “Ma l’atmosfera che si respira è la solita”, parola di uno dei soci.

Milano, 17 maggio 2012 – Nei due mesi in cui il “suo” Plastic è stato chiuso Sergio Tavelli, dj della storica discoteca milanese (dal 1980), non è riuscito a stare lontano dai piatti. È passato da quelli della consolle dell’ex locale di viale Umbria a quello del servizio da tavola della casa in montagna dello stilista Stefano Gabbana, dove si è ritirato per un weekend fuori porta. Poi Berlino, New York, ancora scampagnate. L’ozio è finito, domani si torna in pista. Il Killer Plastic 2.0 ha spento l’insegna al neon il 12 Marzodopo 32 anni di onorato servizio per i nottambuli meneghini, e ora la riaccende in via Gargano 15, zona Ripamonti. I fan tirano un sospiro si sollievo e Sergio sfodera i suoi “piatti forti”, quelli da dj, con cui dal 1997 firma la colonna sonora del sabato sera, un mix di pop italiano, hit da prime donne, rock e accenni trash pensato proprio per tirare l’alba.

Come sarà il nuovo Plastic?

“Non ci sono grandi differenze con quello precedente, abbiamo voluto mantenere la stessa atmosfera. È come se ci presentassimo dopo una ristrutturazione estiva”.

Per l’appunto. Ero convinto avreste aperto a settembre. Avete bruciato i tempi invece…

“Tutto il contrario. In programma c’era un’inaugurazione in occasione del Salone del Mobile, quindi arriviamo in ritardo. Era tempo che dovevamo trasferirci: avevamo uno sfratto da viale Umbria e con gli altri soci (Lucio Nisi, Pinky Rossi e Nicola Guiducci, ndr) avevamo già preso via Gargano nel gennaio 2011. Ma solo a marzo ci siamo decisi per il trasloco, che è stato meno doloroso di quanto immaginassi”.

Da quanto frequenti il Plastic?

“La prima volta avrò avuto 15 anni. Venivo a ballare da Sondrio con mia zia. Abituato alle discoteche di provincia, che facevano a gara a chi aveva le luci più belle, rimasi sorpreso da questo locale underground. Ma a mozzarmi il fiato fu scoprire che seduto sul divanetto accanto a me c’era Prince”.

E Madonna, Keith Haring, Grace Jones, Andy Warhol, Stefano Gabbana. Avete frequentatori importanti…

“Non sono celebrity addicted, non ci interessa che un cliente sia un personaggio, ma che diventi un amico”.

Però di vip affezionati ne annoverate. Forse è per questo che vi siete guadagnati la fama di snob? Circola voce che la selezione all’ingresso sia impossibile.

“Non tutti posso entrare per una questione di spazio, per cui privilegiamo i nostri habitués. E poi c’è una tipologia di clienti a cui non siamo interessati. Non è discriminazione, è giusto che un locale prenda la sua strada. Anche a me succede di essere rimbalzato”.

Altro mito del Plastic: la trasgressione.

“La trasgressione non è divertirsi la notte, non è una donna che mostra il seno mentre balla. La trasgressione è mettere recinzioni là dove gli spazi devono essere aperti”.

Velata allusione alla giunta Moratti?

“Diciamo a De Corato”.

L’amministrazione Pisapia è più attenta alle esigenze di chi gestisce locali?

“Il clubbing non viene considerato da nessuno come un circuito economico. A Berlino c’è turismo della notte, in Italia siamo legati al fatto che non vogliamo fastidio”.

La tanto contestata movida del sabato sera a Milano…

“Ecco, noi siamo tutto il contrario di quello che cerca il milanese medio, quello che esce perché deve. Ha detto bene Lola Schnabel, (la figlia dell’artista americano Julian ndr): Plastic it’s not about sitting there with a bottle of champagne, non è questione di starsene seduti con una bottiglia di champagne”.

From: http://www.ilgiorno.it

Macao. La speranza di non “lasciare la cultura per strada”.

18 Mag

Un’ora è bastata, per sgomberare la Torre Galfa di Milano. Ne serviranno di certo di più, però, per sgomberare il campo dalle polemiche.

Il collettivo Macao, un gruppo di ragazzi interessati all’ormai onnipresente tematica del sociale e dello spazio (troppo poco) concesso ad arte, cultura e condivisione giovanile, per dieci giorni era riuscito ad occupare il grattacielo di proprietà dal gruppo Ligresti.

I giovani sgomberati dalla Torre, hanno deciso di restare per strada, davanti al loro luogo di ritrovo, organizzando un’assemblea.

“Oggi ancora di più, sento il dovere di dare una risposta positiva, nel rispetto delle regole, alla domanda che nasce dalla città di spazi per la cultura, la creatività e l’aggregazione giovanile”, ha commentato il Sindaco di Milano. “L’energia, la creatività e l’innovazione di questi ragazzi va riconosciuta, non soffocata”, afferma, esponendosi maggiormente, l’assessore alla Cultura Boeri. Tocca perciò a Pisapia ristabilire una guida comune, e per martedì 15 maggio ha incontrato gli assessori “che possono contribuire ad affrontare positivamente questo tema”.

Credo di interpretare la speranza dei più, auspicando che non si spenga nè l’interesse per la questione, nè tantomeno l’entusiasmo di Macao.

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