Archivio | Maggio, 2012

ROID. Leaving the streets for a gallery exhibition.

31 Mag

Il 29enne ROID, quartier generale nel sud di Londra, ha una carriera decennale ed ottime credenziali nel mondo dei graffiti alle spalle. Nonostante abbia speso gli ultimi dieci anni costruendosi una solida reputazione come “vandalo” dall’insana tendenza alla perfezione esecutiva (attirando l’attenzione della polizia dei trasporti, di fans della street art e della leggendaria MSK, crew di graffitari statunitensi, che l’hanno reso membro nel 2009), questo weekend, debutterà nel brillante ed accattivante mondo dell’ arte “alta”.

Con influenze derivanti dal graphic design giapponese (un esempio? Tadanori Yokoo), dagli anni ’70 ed ’80, e l’uso di inchiostro ed aerografo, ROID cerca, come sempre, di creare un suo stile ed applicarlo alle immagini. Le sue opere sembrano realizzate con Photoshop: sono pulite e ripetitive; appaiono quasi come video tagliati e rimontati l’uno nell’altro. Nonostante ciò, è tutto “done by hand”.

“Graffiti’s still my passion, and it’s still the thing I get out of bed for. Going out to paint is still the one thing that gets me most excited. But I just find myself spending a lot more time in the studio now; more than ever. The way I feel is that I want to approach the art scene in the same way that I approach graffiti: just push as hard as I can and explore it, and hopefully, eventually find something I’m satisfied with. I say that, but I know I’m never ever going to be satisfied by my work.”

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Obey Clothing. Street art e street fashion per un brand che sa di strada.

31 Mag

Parlando di Shepard Fairey, avevamo accennato al suo brand di streetwear “Obey Clothing”.

Il nostro street artist, graphic designer e illustratore, passa con disinvoltura dalle sale del MoMA e del Victoria & Albert… alle t-shirt dei ragazzi di tutto il mondo.

L’Institute of Contemporary Art di Boston annovera Fairey tra gli street artists più influenti e meglio conosciuti dei nostri giorni, ma il nostro uomo, come vedete, è molto di più. O molto di meno, per chi non vede di buon occhio la sua propensione al business.

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Flowers in the streets.

30 Mag

No, non è solo la mite primavera che sta per esplodere in una calda estate…

Le strade della mia città sono piene di fiori. Se ne vedono ovunque: ricamati, ma soprattutto stampati.

Jeans, magliette, camicie, vestiti… si ritrovano fantasie che suonerebbero familiari alle nostre bisnonne, e rivisitazioni strappate o decolorate.

Le stampe fiorate, troppo romantiche per i miei gusti, non mi sono mai andate a genio, ma… un bel paio di jeans: chiari, con stampate enormi rose rosse sbiadite dal lavaggio, grazie!

Un giro per le strade. Cosa vedi?

30 Mag

Oggi, dopo la consueta lezione del mercoledì, non avevo proprio voglia di tornare subito a casa. Così, musica nelle orecchie e sole negli occhi, mi sono avviata verso il centro di Milano.

Cos’ho visto?

La vetrine rilucevano di colori. Sgargianti alle soglie del fluo o pastello, non importa.

   

Arancione, acquamarina, rosa confetto, verde, corallo, turchese… da Versace ad H&M, tutte le sfumature immaginabili.

La maggior parte degli abiti, poi, aveva un taglio asimmetrico, “tail hem” se non erro.

Cercavo una gonna leggera e vaporosa, possibilmente nera, corta sul davanti e lunga dietro: l’avevo vista addosso ad una bellissima commessa di Bershka. Ricerca senza esito positivo… peccato.

Sarà stato il bel tempo, il tripudio di colori e di tessuti svolazzanti, ma… passeggiare tra la folla è stato piacevole, per una volta.

Una cosa, ahimè onnipresente, che non sopporto c’è, però: quei foulard da 4 Luglio che ormai hanno al collo tutte (salvo rare eccezioni) le ragazzine in boccio di Milano e dintorni.

Mi domando cosa possano pensare i malcapitati turisti statunitensi, alla vista di tutte queste loro bandiere drappeggiate ai nostri italianissimi colli. Patriottismo a parte, personalmente mi è sempre capitato di arrivare a detestare accessori e capi d’abbigliamento eccessivamente gettonati. Dejà vu?

Blu e David Ellis. Una collaborazione che sa di “riqualificazione”.

28 Mag

Street Art from all over the World.

28 Mag

Amsterdam, Netherlands.

Athens, Greece.

Beirut, Lebanon.

Belluno, Italy.

Brest, France.

Gorzow, Poland.

Helsinki, Finland.

Katowice, Poland.

Lurgan, Ireland.

Mannheim, Germany.

Melbourne, Australia.

New York, USA.

Paris, France.

San Antonio, USA.

San Diego, USA.

San Paulo, Brazil.

San Sebastian, Spain.

Sofia, Bulgaria.

Vienna, Austria.

Vitry, France.

Yogyakarta, Indonesia.

Artisti di strada. In piazza.

28 Mag

Dalla prima edizione del ‘97, è diventata una delle manifestazioni più importanti del settore programmate in Italia. Oltre 50 compagnie internazionali, per un totale di più di 200 artisti e 400 repliche di spettacolo, e migliaia di spettatori in arrivo da tutta Europa (circa 40.000 presenze ogni edizione), “Artisti in piazza” è diventato ormai una vetrina per i “buskers” (così chiamati gli artisti di strada) di tutto il mondo. Venti punti-spettacolo dislocati negli angoli più suggestivi del centro storico di Pennabili (paese medievale, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e patria elettiva del compianto maestro Tonino Guerra), dove, dal primo pomeriggio fino a tarda notte, si svolgono show di arte varia: teatro, musica di ogni genere, giocoleria, magia, cirque nouveau, danza, face painting, walking act…

http://www.artistiinpiazza.com/2012/

Street Fashion from all over the World. May 2012.

23 Mag

Amsterdam.

London.

Madrid.

Milan.

Naples.

New York.

Paris.

Singapore.

Shepard Fairey. La strada tra serigrafia, Street Art e brand.

23 Mag

Lo street artist Shepard Fairey, in arte “Obey”, si è presentato al mondo tramite la scena skater negli anni ’80. Tappezzava Providence, la città dove studiava, di stickers.

Ora Milano ospita una mostra con 60 sue serigrafie alla Galleria Federica Ghizzoni di via Cagnola 26, fino al 15 giugno. Un’ottima occasione per conoscere l’evoluzione di un artista che in quegli sticker ha ancora la sua cifra stilistica: Fairey non crea, rielabora.

Nel mondo underground, Obey è visto come un Giano bifronte, che infrange copyright altrui ma persegue senza tregua chi rielabora i suoi lavori; che si definisce street artist ma vende opere in edizioni limitate e ha un proprio brand (Obey Clothing) con cui firma abiti venduti in tutto il mondo.

Fairey è tutto questo, un artista che è diventato un brand, che ha scelto la strada della notorietà, che ha saputo fare dell’underground un business… eppure le sue opere rimangono imperdibili. Comunque le si guardi.

“Question everything”, metti in dubbio qualunque cosa, diventerà anche il nostro motto.

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Bansky è tornato per le strade di Londra?

21 Mag

Da qualche giorno, un muro di Whymark Avenue a Londra ospita un nuovo pezzo di Stencil Art a tutti gli effetti riconducibile allo stile di Bansky. Secondo il Telegraph, l’autore del graffito è il celebre artista partito da Bristol. Ne è un chiaro indizio lo stile in bianco e nero; su Youtube, c’è comunque chi non è certo della paternità dell’opera.

Di certezza ce n’è una: il messaggio sociale. Un bambino di origini orientali cuce con una vecchia macchina da cucito delle bandierine con la Union Jack, probabilmente in vista delle Olimpiadi e del Giubileo della Regina.

Resta da vedere quanto rimarrà visibile il nuovo lavoro… gli inglesi hanno imparato ad apprezzare le opere del loro street artist più famoso, ma supererà questo anche l’amore per la loro integerrima Elisabetta?

Il video qui di seguito, “Life and death of a Bansky”, racconta infatti la breve vita che spesso hanno queste opere.